La tragica morte di 9 persone a Calteldaccia è la prova provata di un’Italia malata a tutti i livelli, ma sopratutto a livello legislativo. Incompetenze, malafede, interessi di cittadini senza scrupoli sono amplificati da una legislazione impotente, assurda, inefficace.
1) Chi ha consentito la costruzione illegale, gli amministratori locali dell’epoca, l’ha fatto per voto di scambio o per tangente. Non ci vuole molto a fare una legge che obblighi l’ente locale a mettere i sigilli ai cantieri illegali, e una legge che punisca gli amministratori che non lo fanno.
2) Gli amministratori seguenti si trovano una costruzione abusiva e procedono con un iter per l’abbattimento. Si attende che la magistratura lumaca decida. Non ci vuole molto a fare una legge che in via provvisoria eviti l’uso dell’edificio, con dei sigilli o con una “lettere scarlatta” sulla facciata in modo che non sia abitabile, affittabile o vendibile.
3) Nell’attesa delle sentenze di abbattimento, non ci vuole tanto a fare una legge che proibisca alle aziende di gas, luce, acqua o rifiuti di fornire servizi ad una costruzione abusiva.
4) Per seguire una causa al TAR un Municipio di 1000 anime deve spendere fino a 5.000 euro, che moltiplicati per 10-100 costruzioni abusive significa azzerare il bilancio comunale. Non è impossibile fare una legge che consenta ai Comuni di ricorrere al TAR a costo zero.
5) Arriva la sentenza di abbattimento, ma il Comune non ha i soldi per eseguirla. E’ troppo difficile fare una legge che imponga i costi per l’abbattimento a chi ha costruito abusivamente. Comunque, in attesa dell’abbattimento, esiste o no una legge che obblighi (a punisca, se non lo fa) l’amministrazione locale a inibire l’accesso all’ edificio abusivo ?
I nove morti di Casteldaccia stanno sulle coscienze del costruttore abusivo, degli amministratori locali e regionali, della magistratura amministrativa, dei governi e delle Camere degli ultimi 20-30 anni. Scommettiamo che non succederà niente se non un buffetto sulla guancia al Sindaco?