Diritto alla casa by Valentina

Le risorse impiegate in materia, pari dal 26% degli investimenti pubblici totali negli anni Cinquanta, sono crollate a meno dell’1% negli anni Duemila, per scendere ulteriormente – secondo una ricerca dell’Università Bocconi – ad appena lo 0,09% delle spese per il welfare (contro l’1,19% del Regno Unito, il 2,05% della Germania e il 2,62% della Francia). Uno studio di marzo 2016 di Nomisma per Federcasa sostiene iche “per oltre 1,7 milioni di famiglie che hanno un contratto di affitto (il 41,8% del totale), il canone supera il 30% del reddito familiare, correndo quindi il rischio di scivolare verso forme di morosità e di possibile marginalizzazione sociale. Si tratta perlopiù di cittadini italiani (circa il 65%)”. A fronte di 1,7 milioni di famiglie in difficoltà, poi, “l’edilizia residenziale pubblica risulta sufficiente per 700mila famiglie”.
Ci sarebbero dunque, al 2016, un milione di famiglie in difficoltà, a cui un alloggio popolare servirebbe e che invece non possono averlo. Le 650 mila richieste del 2013 potrebbero quindi essere cresciute nei tre anni successivi, attingendo al bacino di 350 mila famiglie che avrebbero necessità di un alloggio popolare ma che al 2013 non avevano ancora presentato domanda.
Cosa hanno fatto i governi negli ultimi 60 anni?

This entry was posted in Italia and tagged . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.