Questo il testo dell’appello a favore del finanziamento dei giornali di partito (la prima firma è quella di Antonio Padellaro):
“In Italia esiste la tradizione dei quotidiani di partito. Questi giornali hanno avuto, e hanno, una funzione molto importante. Rappresentano la pluralità delle informazioni e delle opinioni in un mercato editoriale assai ristretto e controllato da pochi gruppi. I giornali di partito sono uno strumento fondamentale di dibattito, di informazione e di lotta politica. Un pezzo importante del nostro sistema democratico. Oggi i giornali di partito sono in forti difficoltà economiche. Soprattutto perché sono tagliati fuori quasi completamente dagli investimenti pubblicitari. Vi forniamo questo dato: i grandi giornali di informazione ricevono 1 euro dalla pubblicità per ogni euro ottenuto dalle vendite. Giornali come «Liberazione» o «Il Secolo d’Italia» ottengono per ogni euro di incassi da vendite circa 3 centesimi di pubblicità. Si vede bene che c’è una disparità insopportabile e per sanare questa disparità occorre il finanziamento pubblico dei giornali di partito. Se si rinuncia al finanziamento pubblico si rinuncia a una parte fondamentale della libertà di informazione. I giornali di partito, oggi, in Italia, sono cinque (quelli che fanno riferimento a partiti presenti in parlamento e nelle schede elettorali, e che distribuiscono il giornale in tutte le edicole del paese). Questi giornali sono «l’Unità», «Il Secolo d’Italia», «Liberazione», «La Padania» e «Europa». Noi crediamo che questi giornali debbano poter accedere ad un sistema di finanziamento pubblico sicuro, puntuale e riservato solo a loro. E che l’entità di questo finanziamento (fermo da 15 anni mentre il costo e il prezzo dei giornali è triplicato) vada aggiornato e adeguato. Chiediamo al governo e ai gruppi parlamentari di destra e di sinistra di impegnarsi in questo campo e di farlo in tempi molto brevi”.