Oggi i radicali salvano Cosentino. Nell’84 Napolitano tentava di salvare Andreotti.
06 ottobre 1984-pagina 3-sezione: IL CASO ANDREOTTI (fonte)
ROMA – Il vertice del Pci ha sconfessato Napolitano. “Uno scivolone disastroso”. “Ma che cosa avete combinato?”. “Siamo senza parole”. “Siamo allibiti, annichiliti”. Questo hanno detto ieri mattina i membri della segreteria al capogruppo che era stato convocato a Botteghe Oscure perchè spiegasse l’ “affare Andreotti”: messo sotto accusa alla Camera sul caso Sindona, “salvato” dai deputati comunisti che si erano astenuti di fronte alla richiesta di sue dimissioni avanzata dai radicali. E Natta: “La cosa è tanto più grave in quanto nessuno ha sentito la necessità di mettermi al corrente, di consultarmi su quel che stava accadendo”. Non c’ è stata nemmeno una lunga discussione, nella segreteria del Pci, nè voci discordi (salvo quella di Napolitano). Molto rapidamente è stato stilato un comunicato nel quale si afferma che “nessuno può (…) intendere il voto di astensione sulla richiesta radicale come una qualche forma di assoluzione” e si chiedono le dimissioni di Andreotti (visto che perfino “un consistente numero di deputati della maggioranza” lo ha richiesto con il suo voto, e che “le responsabilità dell’ attuale ministro degli Esteri” sono risultate “sempre più evidenti, così come ha denunciato il gruppo dei deputati comunisti”). Ma anche qui, il vertice comunista si è trovato di fronte ad un passaggio assai delicato: un comunicato secco, che non fornisse almeno un’ ombra di spiegazione su quell’ incredibile voto, avrebbe comportato la “bruciatura” totale di Giorgio Napolitano, il suo immediato defenestramento dall’ incarico, oppure le sue traumatiche dimissioni.