Dei ventisette attuali paesi membri dell’Unione europea, dieci utilizzano ancora una valuta nazionale diversa dall’euro. Fra questi, solamente la Danimarca ed il Regno Unito sono in possesso di una deroga ai protocolli del Trattato di Maastricht; ad esse non è legalmente richiesto di unirsi all’euro, a meno che i loro governi non decidano altrimenti.
Il governo britannico del primo ministro Tony Blair si è impegnato in una procedura di tripla approvazione prima di unirsi all’euro, la quale coinvolgerà il gabinetto, il parlamento e, in ultima istanza, l’elettorato tramite referendum. Contrariamente a molti altri paesi europei, dove l’euro è visto come un mattone fondamentale di un’Europa più integrata politicamente, nel Regno Unito la moneta unica sarebbe vista principalmente come un potenziale beneficio economico.
In Danimarca un referendum sull’unione all’euro si è tenuto il 28 settembre 2000, con il risultato di un 53,2% di voti contrari[25]. Il 22 novembre 2007, il Governo danese ha dichiarato l’intenzione di indire un nuovo referendum sull’introduzione dell’euro nel Paese[26].
Fra gli altri stati membri dell’Unione europea privi di deroga si segnala la posizione peculiare della Svezia, che decise nel 1997 di non utilizzare l’euro e quindi da allora evita di proposito di rispettare i criteri di un tasso di cambio stabile. Nel paese si è tenuto un referendum relativo all’adozione della moneta unica il 14 settembre 2003; gli elettori hanno votato contro la proposta, con un 41,8% di sì e un 56,1% di no, in un clima di tensione dovuto all’uccisione del Ministro degli Esteri Anna Lindh, convinta europeista. Tale risultato ha di fatto rinviato sine die la decisione di ingresso nell’Eurozona. (fonte)