Presentato il Rapporto 2011 curato dallo United Nations Development Programme, che fotografa le condizioni di vita in 187 Stati.
Siamo ventiquattresimi in classifica, ma scavalchiamo i sudditi di sua maestà britannica: l’Italia sorpassa il Regno Unito di quattro posizioni nell’indice di sviluppo umano, classificandosi fra i primi 25 Paesi in base al rapporto 2011 stilato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp). E in vetta alla classifica rimane, come lo scorso anno, la Norvegia. (La Norvegia NON ha l’euro !!!!!)
Lo studio analizza le condizioni di vita in 187 Paesi del mondo, misurandone la qualità in base ai livelli di scolarizzazione, l’aspettativa di vita e il reddito pro capite. Dopo la Norvegia, figurano Australia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Irlanda, Liechtenstein, Germania e Svezia.
L’Italia è al 24esimo posto, subito dopo la Spagna, ma nettamente prima di Regno Unito, in 28esima posizione, e Grecia, 29esima. Fanalino di coda l’Africa, con i dieci ultimi Paesi in graduatoria, tra cui Ciad, Mozambico, Burundi e Niger, con la Repubblica Democratica del Congo che chiude la classifica.
Per avere un’immagine più fedele alla realtà, gli esperti hanno redatto anche una graduatoria parallela, correggendo l’Isu (Indice sviluppo umano) con altri parametri che tengono conto delle disuguaglianze nel campo della sanità, dell’istruzione e del reddito. E alla luce di questi aggiustamenti ci sono diverse sorprese: la classifica cambia e alcuni “big” crollano, come gli Stati Uniti che scivolano dal quarto al 23esimo posto, Israele dal 17esimo al 25esimo, mentre l’Italia guadagna la ventiduesima posizione. All’origine del crollo di Israele e Usa ci sono le disuguaglianze di reddito, mentre ampi divari nell’istruzione peggiorano l’immagine della Corea del Sud, che in base a questi indicatori scende dal 15esimo al 32esimo posto.