Stipendio di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio: 212mila euro. Stipendio di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica: 218mila euro. Stipendio del ragionier Giovanni Barberi Frandanisa, segretario generale del Comune di Stezzano: 247mila euro.
Come sia possibile che un funzionario amministrativo di un municipio di paese guadagni più di chi governa una nazione è uno di quei misteri che hanno spiegazione solo nello sbarellamento della politica, nel deragliamento dalle norme elementari del buon senso. Eppure è tutto vero. L’interpellanza di un senatore leghista che ieri sollevava lo scandalo sarà anche, come dicono in Comune a Stezzano, un’opera di strumentalizzazione politica. Peccato che lo stipendio del segretario sia quello. Non un euro di meno.
Ieri pomeriggio, la bella piazza di Stezzano era baciata dal sole. Due ville del Settecento, i ciottoli di fiume, i vecchi all’osteria, le nuvole che si rincorrono. Sui tavoli dei bar, L’Eco di Bergamo e la Padania che rilanciano l’interpellanza. I vecchi dicono: «Che quel signore prendesse tanto, la voce girava. Ma così tanto non lo immaginava nessuno». Stezzano fa 12mila abitanti, gente senza fronzoli, fabbrica e cantiere. Mezzo miliardo delle vecchie lire, 250mila euro, in molti non sanno neanche come sono fatti. E si domandano come sia possibile che – in tempi di Ici abolita, di lotta agli sprechi, di polemiche sulla casta – al Comune sia venuto in mente di rompere il salvadanaio per arruolare il segretario generale più costoso d’Italia. Più caro di quelli che gestiscono Venezia, Torino, Palermo. fonte
Come sia possibile che un funzionario amministrativo di un municipio di paese guadagni più di chi governa una nazione è uno di quei misteri che hanno spiegazione solo nello sbarellamento della politica, nel deragliamento dalle norme elementari del buon senso. Eppure è tutto vero. L’interpellanza di un senatore leghista che ieri sollevava lo scandalo sarà anche, come dicono in Comune a Stezzano, un’opera di strumentalizzazione politica. Peccato che lo stipendio del segretario sia quello. Non un euro di meno.
Ieri pomeriggio, la bella piazza di Stezzano era baciata dal sole. Due ville del Settecento, i ciottoli di fiume, i vecchi all’osteria, le nuvole che si rincorrono. Sui tavoli dei bar, L’Eco di Bergamo e la Padania che rilanciano l’interpellanza. I vecchi dicono: «Che quel signore prendesse tanto, la voce girava. Ma così tanto non lo immaginava nessuno». Stezzano fa 12mila abitanti, gente senza fronzoli, fabbrica e cantiere. Mezzo miliardo delle vecchie lire, 250mila euro, in molti non sanno neanche come sono fatti. E si domandano come sia possibile che – in tempi di Ici abolita, di lotta agli sprechi, di polemiche sulla casta – al Comune sia venuto in mente di rompere il salvadanaio per arruolare il segretario generale più costoso d’Italia. Più caro di quelli che gestiscono Venezia, Torino, Palermo. fonte