Rivoluzione e innamoramento (Ektor Georgiakis, aprile 2011) |
Inoltre, la rivoluzione degli anni sessanta è stata l'unica rivoluzione non sanguinosa dell'era moderna. Questa caratteristica è stata la sua forza. Gli anni sessanta puntavano ad una rivoluzione culturale, senza chiedere la sostituzione del potere politico. Quando questa finalità si è aggiunta (dopo il '68) è cominciato a scorrere il sangue, e la rivoluzione è finita. Il problema è che i rivoluzionari sanno fare le rivoluzioni ma non sono adatti a gestirne le conseguenze. Come gli amanti raramente sanno diventare sposi felici, anche i rivoluzionari raramente sanno diventare i gestori del nuovo ordine. Come ha scritto F.Alberoni nel suo miglior libro, la rivoluzione è uno "stato nascente" come l'innamoramento, un vortice rigeneratore, una interruzione della routine, e va valutata per quello che produce nel presente. Ciò che viene dopo non conta. Le uniche rivoluzioni che hanno un senso sono quelle non-politiche, che riescono a incidere sulle menti ed i cuori. Quelle politiche, finiscono sempre in reazioni autoritarie. Dopo cesare, l'Impero di Augusto. Dopo la rivoluzione francese, il Terrore, Napoleone e il ritorno del vecchio regime. Dopo lo zar, Stalin. Dopo Trujillo, Castro.
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