Rivoluzione e innamoramento (Ektor Georgiakis, aprile 2011)


Giudicare la rivoluzione degli Anni Sessanta coi seguenti anni di piombo e siringhe è come giudicare la rivoluzione francese dalla ghigliottina, la rivoluzione russa dai gulag staliniani e la rivoluzione cinese dalle deportazioni di massa. Una rivoluzione è come l'innamoramento, non si valuta per le conseguenze ma solo per i risultati immediati. La rivoluzione francese voleva liberarsi dal medio evo, e ci è riuscita. La rivoluzione russa voleva emancipare contadini ed operai dal giogo feudale-imperiale, e ci è riuscita. La rivoluzione cinese voleva far fare alla Cina un salto di due secoli nella modernizzazione, e ci è riuscita. Gli anni Sessanta volevano un' emancipazione anti-autoritaria dei giovani e delle donne, della cultura e delle minoranze, e l'hanno ottenuta. Lo Statuto dei Lavoratori, il divorzio e l'aborto, la Scuola dell'Obbligo e gli organi Collegiali scolastici, l'emancipazione delle donne, l'attenzione per le disabilità sono i veri frutti degli anni sessanta. Il processo di modernizzazione della Chiesa e del comunismo sovietico, nonchè la critica al capitalismo belligerante americano, sono iniziati durante la rivoluzione degli anni sessanta.

Inoltre, la rivoluzione degli anni sessanta è stata l'unica rivoluzione non sanguinosa dell'era moderna. Questa caratteristica è stata la sua forza. Gli anni sessanta puntavano ad una rivoluzione culturale, senza chiedere la sostituzione del potere politico. Quando questa finalità si è aggiunta (dopo il '68) è cominciato a scorrere il sangue, e la rivoluzione è finita.

Il problema è che i rivoluzionari sanno fare le rivoluzioni ma non sono adatti a gestirne le conseguenze. Come gli amanti raramente sanno diventare sposi felici, anche i rivoluzionari raramente sanno diventare i gestori del nuovo ordine. Come ha scritto F.Alberoni nel suo miglior libro, la rivoluzione è uno "stato nascente" come l'innamoramento, un vortice rigeneratore, una interruzione della routine, e va valutata per quello che produce nel presente. Ciò che viene dopo non conta.

Le uniche rivoluzioni che hanno un senso sono quelle non-politiche, che riescono a incidere sulle menti ed i cuori. Quelle politiche, finiscono sempre in reazioni autoritarie. Dopo cesare, l'Impero di Augusto. Dopo la rivoluzione francese, il Terrore, Napoleone e il ritorno del vecchio regime. Dopo lo zar, Stalin. Dopo Trujillo, Castro.

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