Nel 1958 Adriano effettua un tour che lo porterà fino in Germania,
con lui Gaber, Tenco e Jannacci, nel 1959 presenta Il tuo bacio è
come un rock, con cui vince il Festival di Musica Leggera di Ancona.
E'del 1961 Io bacio
tu baci di Piero Vivarelli. Celentano è
già allora un fenomeno di costume al punto da essere stato
immortalato in una sequenza nel film di Federico Fellini La dolce
vita; poi è la volta di Dai Jonny dai e di Sanremo la grande
sfida. E a Sanremo Adriano, che intanto sta svolgendo il servizio
militare, partecipa nel 1961 in coppia con Little Tony presentando
24.000 baci. Adriano ha una licenza speciale per partecipare al Festival
intercede per lui il sottosegretario alla Difesa Giulio Andreotti...
24.000 baci non vince, si classifica al secondo posto, ma il suo sarà
il disco più venduto, superando il milione di copie e conquistando
un nuovo primo posto nella classifica. Desta scalpore il fatto che
al Festival si sia presentato volgendo le "spalle" al pubblico:
la discussione viene addirittura spostata dai salotti degli italiani
alla Camera dei Deputati, cui viene dedicata un'interrogazione parlamentare.
Nel 1961 lascia la Saar e fonda il "Clan Celentano", il
primo esperimento di un artista italiano che sceglie di autoprodursi,
oltre che produrre giovani cantanti e musicisti.
Il Clan è un caso raro di utopia realizzata: il fondatore immagina
un luogo in cui un gruppo di amici "lavora giocando e gioca lavorando".
Il Clan diventa subito una realtà discografica e di "costume"
e sceglie di restare indipendente tra gli indipendenti. E' l'unica
etichetta discografica con 36 anni alle spalle ad essere rimasta totalmente
italiana. E' una scelta originalissima, il cui modello va ricercato
nel Clan Sinatra, a cui nessun cantante italiano prima di Adriano
aveva osato pensare. Fanno parte del Clan amici, parenti e colleghi
(Detto Mariano, Don Backy, Ricky Gianco, Guidone, Gino Santercole,
I Ribelli, Milena Cantù, Pilade, Ico Cerutti, Miki Del Prete,
Natale Massara, Dario Baldan Bembo, Claudia Mori, sua futura moglie,
Maria Letizia Veronese, futura moglie di Lucio Battisti). Celentano
lancia nuove canzoni e nuovi cantanti, pare un novello Sinatra, nel
ruolo di organizzatore culturale e discografico. Nel 1962 inizia una
collaborazione con Mogol, autore con cui lavorerà ancora alla
fine degli anni 90, che traduce per lui Stai lontana da me (versione
italiana di Tower of streight di Burt Bacarach), è il primo
disco del Clan: vince il Cantagiro e arriva in vetta alle classifiche,
superando la cifra record di 1.300.000 copie vendute. Il 10 ottobre
esce "Pregherò", altro grande successo di Adriano
Celentano, versione italiana di "Stand by me" di Ben E.
King. Poco dopo vengono pubblicati "Grazie, prego, scusi"
e "Il tangaccio".
Il Clan è conteso da ogni editore/distributore discografico,
ma Celentano non ha mai voluto cedere quote del Clan a nessun'altra
azienda discografica o multinazionale. Nel 1963 nuovi successi con
Il tangaccio, Sabato triste e Grazie prego scusi. Adriano recita nel
film Il monaco di Monza con Totò e in Uno strano tipo di Lucio
Fulci, sul set di questo film conosce Claudia Mori che sposerà
l'anno successivo. Nel 1964, quasi a salutare il costituendo Clan,
Celentano lancia la canzone Ciao ragazzi, nuovo grande successo. Buone
le vendite anche per i brani incisi dagli artisti del clan: Amico,
Lombra del sole (Don Backy), Droga, Pippo Rerry (I Fuggiaschi,
Stella dargento, Questo nostro pazzo mondo, Il nostro tempo
(Gino Santercole), Non cè più età, Te ne
vai, Vedrai che passerà (Ricky Gianco), Il contadino, Lamore
è blu (I Ragazzi della Via Gluck), Lei non può, Un po
di vino (Pilade), Che importa a me, La farfalla (Milena Cantù),
Un uomo come me (Ico Cerutti), A la buena di Dios, Alle nove al bar
(I Ribelli). Nel 1965 Celentano spopola con Pregherò (versione
italiana del grande successo internazionale Stand by me), Grazie,
prego, scusi, Il problema più importante, Chi ce lha
con me ed altri brani che lo impongono come una star. Nel 1966 torna
al Festival di Sanremo presentando Il ragazzo della via Gluck, con
la quale Celentano poi si impegna in una campagna ecologica, la canzone
supererà il milione e mezzo di copie vendute, entrerà
nella coscienza collettiva del paese e all'estero, come pochi altri
brani di musica leggera. Verrà tradotto in oltre 18 lingue
e finirà nell'album dal titolo omonimo realizzato insieme al
famoso gruppo de "I Ribelli" con gli arrangiamenti e la
direzione di Detto Mariano. In autunno lancia "Mondo in mi 7a",
un altro grande successo nel quale si parla per la prima volta di
temi quali il nucleare, la droga, la corruzione, la caccia, l'ecologia,
anticipando, ancora una volta ciò che oggi è più
che mai di attualità, il brano dura oltre sei minuti, un'anomalia
se si considera che i pezzi dei tempi duravano al massimo due o tre
minuti. Nel 1966 si chiude fra polemiche, soprattutto con Don Backy,
lesperienza del Clan, Giorgio Gaber, che ne era rimasto estraneo,
ironizzerà sulla vicenda nella canzone Cera una volta
un Clan.
Nel 1967 ancora due brani con messaggi moralistici: Conosci i miei
passi e Tre passi avanti, nel 1968, anno della contestazione, Celentano,
anticonformista per eccellenza, propone la disimpegnata Azzurro (testo
di un giovane Paolo Conte), Una carezza in un pugno e Canzone (brano
scippato allautore ed ex socio del Clan Don Backy).
Il 15 luglio 1968 nasce la figlia Rosalinda; Adriano torna al festival
di Sanremo con Canzone, in coppia con Milva. Arriva terzo ma la canzone
è prima in hit-parade. Ma il 1968 è soprattutto l'anno
di Azzurro, altra canzone storica del panorama della musica italiana,
scritta da Paolo Conte. Il 45 giri, che come facciata B ha Una carezza
in un pugno, staziona a lungo al primo posto della classifica dei
dischi. Chiamato da Pietro Germi debutta nel cinema d'autore con Serafino,
vince ai festival di Berlino e Mosca.
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Derby
Solo nel 1962, dopo l'ingaggio dato al pianista Enrico Intra (Intra's
Derby Club, per la vicinanza a San Siro e la frequentazione di appassionati
ippici e di giornalisti sportivi), il locale inizia ad essere il tempio
del cabaret.
Gli indimenticabili Gufi, Enzo Jannacci, la coppia Cochi e Renato,
Teo Teocoli, Walter Valdi, Paolo Villaggio, Lino Toffolo, Dino Sarti,
Antonio Ricci, Diego Abatantuono, Paolo Rossi, Massimo Boldi, Felice
Andreasi e Claudio Bisio, allora in coppia con Antonio Catania, trovarono
nel Derby il loro trampolino di lancio.
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