Ascolta Israele! Io sono il Signore Dio tuo:
1.Non avrai altro Dio al di fuori di me.
2.Non nominare il nome di Dio invano.
3.Ricordati di santificare le feste.
4.Onora il padre e la madre.
5.Non uccidere.
6.Non commettere atti impuri.
7.Non rubare.
8.Non dire falsa testimonianza.
9.Non desiderare la donna d'altri.
10.Non desiderare la roba d'altri.
Questa è la versione dei Dieci Comandamenti data dal catechismo
cattolico. Quindi impegna la chiesa cattolica più delle
altre chiese e del mondo laico o ateo. Il quinto Comandamento
recita perentoriamente:" Non uccidere". Non aggiunge
dei se o dei ma, dei però o dei tranne. Paradossalmente
la Bibbia è il libro contenente più omicidi e stragi
di tutta la letteratura. Il comandamento "Non uccidere"
è sicuramente quello meno onorato in tutta l'epoca pre-cristiana.
Con l'avvento della chiesa cristiana, per circa 300 anni, i credenti
sono state più le vittime che i peccatori del quinto comandamento.
Poi è arrivato Costantino che ha avviato circa mille e
trecento anni di massacri planetari (dall'Europa, al medio-oriente,
al nuovo mondo) in nome della difesa e della diffusione della
"vera" fede. Lo Stato Pontificio è l'entità
statuale costituita dall'insieme dei territori su cui la Santa
Sede esercitò il proprio potere temporale dal 752 al 1870.
Non risulta che la gestione del potere temporale nello Stato pontificio
fosse diversa da quella di tutti gli altri Stati coevi: guerre,
stragi repressive, e condanne a morte sono state frequentissime
per tutti i suoi 1000 anni.
L'epoca moderna ha registrato una sequenza ininterrotta di guerre,
stragi, omicidi di fronte ai quali raramente si è vista
la chiesa cattolica esprimere un dissenso militante. Ecco gli
esempi più noti.
Franz Jägerstätter, era un contadino tedesco aderente
al terz'ordine francescan, e sacrestano. Quando manifestò
il proposito di non corrispondere alla chiamata alle armi, i familiari
e gli amici più fidati lo sottoposero a forti pressioni:
volevano evitargli la morte. Fu accusato di peccare contro il
quarto comandamento, di essere superbo e disobbediente, di essere
un suicida. Egli, al contrario, considerava un peccato combattere
per far sì che un regime senza Dio vincesse e sottomettesse
così altri popoli. In questo periodo cominciò a
prestare opera di sacrestano nella chiesa parrocchiale di St.
Radegund. Quando il 23 febbraio 1943 ricevette la cartolina precetto
per essere arruolato decise che non poteva farlo; non avrebbe
indossato quella divisa. Non avrebbe finto, non avrebbe accettato
compromessi, come tanti preti e anche il suo vescovo
lo invitavano a fare. Di conseguenza, passò i primi due
mesi di carcere a Linz. Allinizio di maggio venne trasferito
a Berlino. Fu giudicato dal tribunale supremo del Reich e fu condannato
a morte: era il 6 luglio 1943. Nella cella disolamento,
in attesa dellesecuzione, la lettura della Bibbia fu il
suo unico sostegno. Venne ghigliottinato il 9 agosto 1943 (tratto
da qui)
Con la pubblicazione anonima di Tu non uccidere,
nel 1955, don Primo Mazzolari attaccava a fondo la dottrina della
guerra giusta e l'ideologia della vittoria, il tutto in nome di
un'opzione preferenziale per la nonviolenza, da sostenere con
un forte «movimento di resistenza cristiana contro la guerra»
e per la giustizia, vista come l'altra faccia della pace. "La
guerra non è soltanto una calamità, ma un peccato."
dice Mazzolari. E cita anche "Max Josef Metzger, « prete
e martire » (comè chiamato da un biografo protestante),
ucciso dai nazisti nel 1944 perché predicava la pace. Affermava:
« Noi dobbiamo organizzare la pace, così come altri organizza
la guerra». In una lettera scritta dal carcere al papa nel 1944
asserì: « Se lintera cristianità avesse fatto
una potente, unica protesta, non si sarebbe evitato il disastro?
»."
I cappellani militari nel 1965 condannarono l'obiezione di coscienza,
don Milani criticò i cappellani e si guadagnò un
processo e una condanna postuma, per apologia di reato.
Più tardi Lorenzetti scrisse: Levoluzione
del pensiero cattolico nella riflessione teologica., porta alla
delegittimazione di ogni guerra, sia di offesa che di difesa.
Non ci sono aggettivi (giusta, necessaria) che la possano riscattare.
La teoria della guerra giusta è caduta dal suo interno,
addirittura prova oggi il contrario. La guerra non è la
continuazione della politica, ma il suo fallimento (teologo
dehoniano Luigi Lorenzetti, Dizionario di teologia della
Pace, EDB 1977, p. 128).
Malgrado queste posizioni nella Chiesa, minoratarie e spesso
perseguitate, la posizione ufficiale è quella di giustificare
le guerre "giuste" e, come conseguenza implicita, ogni
guerra. Non sono mai venuti meno i cappellani militari, le omelie
esaltatrici nelle cerimonie funebri e non, la vicinanza sostanziale
fra gerarchie religiose e militari.
Fa testo la posizione contenuta nella Gaudium et spes
del Concilio Vaticano Il, richiamata integralmente nel recente
messaggio del papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della
Pace del 10 gennaio 2010: Coloro che, al servizio della
patria, sono reclutati nellesercito, si considerino anchessi
ministri della sicurezza e della libertà dei popoli. Se
adempiono rettamente a questo dovere, concorrono anchessi
veramente a stabilire la pace (n. 79). È la cosiddetta
dottrina della guerra giusta.
Queste distinzioni in ordine al quinto comandamento sono vistosamente
in contrasto con il fondamentalismo relativo al sesto ed al nono.
Se la Chiesa avesse verso gli eserciti e la guerra la stessa intransigenza
pubblica che mostra verso il sesso, avremmo molti meno morti da
piangere. Il meta-messaggio di questa severità differenziata
è che ammazzare è molto meno grave che fare sesso
fuori dal matrimonio (eterosessuale, è ovvio).
Mircea Meti